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Lavorazione della ceramica in 8 passaggi

Se state leggendo questo articolo è perché siete affascinati dalla lavorazione della ceramica oppure perché volete mettervi alla prova anche voi realizzando qualche oggetto per la vostra casa per dire agli amici “Ehi! Questo l’ho fatto io!”.

In entrambi i casi sappiate che quella della lavorazione della ceramica è un arte complessa che richiede tempo e pazienza per l’apprendimento. Ciò detto è anche vero che, rispetto ad altre attività artigianali, richiede un ridotto investimento iniziale ed essendo molto diffusa si possono trovare macchinari usati ad ottimi prezzi.

Basta davvero poco per iniziare: un tornio (o puoi farne anche a meno come scoprirai più avanti), un forno e colori e smalti specifici per decorare e rifinire i pezzi.

Brevissima storia della ceramica

La ceramica ha una storia plurimillenaria alle spalle. Inizia nel neolitico con l’utilizzo dell’argilla a scopo decorativo, passa dalle raffinate ceramiche della Grecia antica e dai grandi maestri tedeschi del XVII secolo per arrivare ai livelli di raffinatezza straordinaria delle porcellane cinesi, toccando anche in Italia vette di eccellenze in città come Faenza o Grottaglie.

I materiali e gli strumenti si sono evoluti ma le tecniche della lavorazione artigianale sono quelle tramandate nei secoli. La loro cristallizzazione si deve agli antichi greci, d’altronde l’etimologia ci dice che kèramos in greco significa terra da vasaio. Ma basta con la storia! Sporchiamoci un po’ le mani ed entriamo nel dettaglio della lavorazione.

  1. I tipi di argilla
  2. La modellazione 
  3. La rifinitura
  4. L'essiccazione
  5. La decorazione
  6. La prima cottura (biscottatura)
  7. La smaltatura 
  8. La seconda cottura

I tipi di argilla

Il primo passo è la scelta dell’argilla, da qui parte tutto. Innanzitutto è importante sapere che ne esistono decine di tipi, cambiano il colore, la durezza, l’elasticità e, in base a questo, cambia l’utilizzo che se ne fa e la temperatura di cottura, dettaglio molto importante come vedremo più avanti. Ci sono però argille che, per la loro versatilità, sono usate più comunemente ed è importante conoscerle. Le temperature che riporto più avanti sono puramente indicative, è sempre bene informarsi sulle temperature di cottura dal proprio fornitore!

Si distingue principalmentre tra bassa temperatura e alta temperatura:

Argilla rossa (bassa temperatura)

E' molto plastica e ferrosa, assume il caratteristico colore rossiccio più o meno intenso in base alla temperatura di cottura. Deve essere smaltata per diventare impermeabile. Si può cuocere tra i 1060°C e i 1160°C per ottenere la famosa terracotta.

Argilla bianca (bassa temperatura)

Detta anche terraglia è la più economica ed è molto versatile e facile da lavorare. Per questi motivi è la più adatta ai principianti. Anche lei non è impermeabile. Si può cuocere dai 1000°C ai 1130°C.

Grès (alta temperatura)

Particolarmente dura e resistente, è anche impermeabile all’acqua. Ecco perché è largamente utilizzata per i rivestimenti domestici. Viene cotta più o meno tra i 1200°C e i 1300°C. 

Porcellana  (alta temperatura)                                       

Celebre soprattutto per i raffinati manufatti cinesi, contiene un materiale vetroso che la rende bianca e traslucida. Viene cotta tra i 1260°C e i 1300°C.

Una breve ma doverosa panoramica. C’è anche da dire che i ceramisti più esperti preparano loro stessi la miscela dell’argilla in modo da avere il massimo controllo sulla fase di produzione. 

La modellazione   

La prima cosa da fare è mescolare e compattare l’argilla. Il nome corretto di questa fase è impastare. In effetti non cambia moltissimo dalla preparazione di un impasto per il pane o la pasta ma ci sono degli accorgimenti che è bene avere. 

Ci vuole un po’ di pratica e un po’ di forza ma queste operazioni sono importanti perché è fondamentale compattare per bene l’argilla ed eliminare le bolle d’aria. Ci sono diversi metodi per farlo, si va dallo sbattere con forza il blocco di argilla su un piano all'impastarla e amalgamarla con le mani.

Ottenuto un panetto omogeneo possiamo passare alla modellazione del pezzo che abbiamo in mente. Anche in questo caso ci sono diverse tecniche e la lavorazione al tornio è solo una di queste. Le più comuni sono quattro:

Modellazione al tornio

Partiamo da quella più nota. Un tornio è semplicemente un piatto che gira azionato da un motore manuale o elettrico. Sul piatto va posizionata la massa di argilla, va centrata e modellata aiutandosi con le mani, con l’acqua ed eventualmente con altri strumenti. Utilizzata per tutte le forme circolari, più che una tecnica è un’arte. Sono necessarie ore ed ore di pratica per arrivare a realizzare esattamente la forma che si ha in mente e riuscire a replicarla.

Modellazione con stampo di colaggio

Questa tecnica prevede l’utilizzo di un altro materiale antico, il gesso. Servirà infatti a realizzare il negativo del nostro oggetto. Dopo aver preparato lo stampo bisogna colare al suo interno un’argilla particolarmente liquida, detta barbottina, lasciarla asciugare e rapprendere finché non sarà possibile sfilare comodamente il pezzo.

Modellazione a lastra

Una tecnica estremamente semplice. Il panetto di argilla va separato in pezzi, questi vanno stesi con un matterello fino ad avere delle lastre omogenee. A questo punto potete lavorare le lastre come meglio credete: curvandole e unendone i lati fino ad avere un cilindro o andando a creare con dei tagli precisi dei pezzi da assemblare per forme squadrate. 

Modellazione a colombino

Una delle tecniche più antiche. Prevede di preparare un’adeguata quantità di salamini di argilla arrotolati a mano, esattamente come accade per la lavorazione della pasta per fare gli gnocchi! I colombini, questo il termine tecnico, devono avere un diametro omogeneo sulla loro lunghezza.

La tecnica è semplicissima: se ad esempio dovete realizzare un vaso, partite dal basso e, dopo aver realizzato una base circolare, prendete il primo colombino e chiudetelo su se stesso al di sopra della base, il secondo va sopra il primo e così via. L'importante è amalgamare bene ogni colombino con quello prima e quello dopo.

Queste sono solo le quattro tecniche principali, ce ne sono tante altre e sappiate che anche con la semplice modellazione a mano è possibile realizzare oggetti o, perché no, sculture. Ricordate il Das che usavamo da bambini? E ricordate anche che una spugna inumidita vi aiuta a lisciare e rendere omogenea una superficie argillosa.

La rifinitura

Eccoci ad uno dei passaggi fondamentali, soprattutto per i pezzi lavorati al tornio. Tanti elementi ricorrenti nelle stoviglie nascono in questa fase: il bordino sotto una tazza ad esempio o alcune forme bombate e arrotondate tipiche delle scodelle e delle ciotole.

Con l’aiuto di tipici strumenti in metallo, chiamati mirette, i pezzi da rifinire vengono messi sul tornio capovolti e il materiale in eccesso viene raschiato via, fino ad ottenere la forma desiderata. E infine ricordate che i migliori strumenti per uniformare la superficie e cancellare le imperfezioni sono una spugna imbevuta d’acqua e una spatolina di gomma.

L’essiccazione

Si passa dunque all’essiccazione dei pezzi. Perché siano pronti per l’eventuale decorazione, bisogna aspettare il tempo necessario perché si asciughino completamente e uniformemente. I tempi variano in base alla temperatura dell'ambiente, alla complessità della creazione, alla presenza del manico, ecc.

Naturalmente più è alta l’umidità, più i tempi dell’essiccazione saranno lunghi. L’importante è non affrettare mai l'asciugatura dei pezzi, si potrebbero creare rotture! 

La decorazione 

Una delle mie fasi preferite nonché quella che mi richiede più tempo e pazienza. Il limite è solo la fantasia. Potete dipingere, immergere nel colore, incidere, spugnare, utilizzare stencil, creare intarsi… I colori che utilizzo per decorare prima della cottura si chiamano ingobbi, li potete trovare nei negozi specializzati, fisici oppure online.

Sono facilissimi da utilizzare e da miscelare, basta un pennello e l’accortezza di stendere il color in maniera uniforme. Una volta cotti e smaltati i colori risulteranno più vividi e brillanti. Questo vale se volete avere un effetto di colore pieno, se invece volete un effetto volutamente impreciso, per fantasie più libere dagli schemi, non avete che da sperimentare. 

La prima cottura (biscottatura)

La fase più delicata, motivo di ansie e preoccupazioni per i ceramisti di tutti i tempi. C’è sempre un margine d’imprevedibilità in questo mestiere, una crepa inaspettata è sempre possibile, una curva di cottura impostata male può avere conseguenze disastrose. I fattori che influiscono su questa imprevedibilità sono diversi e non sempre sotto il nostro controllo.

In ogni caso il fattore fondamentale da tenere in considerazione in questa fase è la temperatura di cottura dell’argilla che si sta utilizzando, motivo per cui, quando vi ho elencato i diversi tipi di argilla, l’ho specificata. Il punto è che la composizione chimica dell’argilla influisce sulla temperatura in cui il materiale diventa stabile e resistente.

Pensate che alcune ceramiche utilizzate nell’industria devono cuocere ad oltre 1500°C. Normalmente invece, per le ceramiche domestiche, non si va oltre i 1300°C. Questo influisce anche sulla scelta del forno. Non tutti i forni infatti arrivano a 1300°C, alcuni forni non superano i 1000°C e quindi non sono adatti a tutti i tipi di argilla.

Tutti i forni ormai, elettrici o a gas che siano, sono dotati di computer che permettono di impostare le curve di cottura. La crescita della temperatura dev’essere controllata e graduale, una curva, per arrivare a 1300°C, può durare anche più di 10 ore. Il raffreddamento è altrettanto importante, bisogna lasciare che i pezzi raffreddino gradualmente all’interno dell’ambiente isolato del forno che va aperto solo quando la temperatura è vicina a quella ambientale. Il risultato del primo forno si chiama biscotto.

La smaltatura

La smaltatura è in estrema sintesi quel processo che rende i biscotti impermeabili, può essere lucida o opaca, trasparente o colorata. Ai pezzi, raffreddati dopo la prima cottura, viene applicato lo smalto, un materiale vetrificante che, aderendo al biscotto si asciuga creando un deposito polveroso e, una volta raggiunta la temperatura ideale in forno, si fonde con essa.

Questo processo rende la ceramica impermeabile, ecco perché le stoviglie vengono smaltate mentre spesso i vasi non lo sono. I vasi in terracotta ad esempio, non essendo impermeabili, sono adatti alle piante le cui radici hanno bisogno di “respirare”.

Anche la smaltatura è un processo delicato, bisogna fare in modo che lo smalto si stenda in maniera uniforme sulla superficie del biscotto e che non lasci depositi eccessivi.

In base alle diverse composizioni degli smalti, si possono creare effetti decorativi in fase di cottura, a volte delle vere e proprie texture. Chi utilizza quest'ultima tipologia di smalti, non decora i pezzi ma si affida alla chimica. Bisogna però avere molta esperienza, i risultati possono essere variabili e inattesi! 

La seconda cottura

Ultimo passaggio della lavorazione della ceramica. I pezzi decorati, cotti e infine smaltati, vanno messi nuovamente in forno per la seconda cottura. Vale lo stesso discorso già fatto in precedenza: il tipo di smalto che si usa influisce sulla temperatura di cottura. Inoltre alcune decorazioni che prevedono l'utilizzo di materiali preziosi come l’oro hanno bisogno addirittura di una terza cottura.

Eccoci alla fine del processo di lavorazione della ceramica. Spero che questo articolo vi sia piaciuto. Vi lascio anche il link ad un libro che ho trovato molto completo e adatto a chi vuole avvicinarsi a questo meraviglioso mondo: Ceramica, tecniche e strumenti contemporanei. Logos edizioni


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